La causa legale del mago Uri Geller contro Pokemon per il nome di Kadabra

Il Pokémon di tipo Psico, Kadabra, è stato al centro di una controversia che ha portato al suo ritiro dalle collezioni di carte da gioco Pokémon per quasi due decenni. Tutto è iniziato quando Uri Geller, noto illusionista israeliano, ha mosso accuse contro la Nintendo, sostenendo di essere stato vittima di furto d'identità.

Geller sosteneva che il personaggio di Kadabra somigliasse in modo sorprendente a lui stesso, non solo nell'aspetto fisico ma anche nei poteri psichici mostrati durante le sue esibizioni. La somiglianza, secondo l'illusionista, era talmente evidente da costituire un plagio della sua immagine e delle sue abilità.

Questa controversia ha portato alla decisione di ritirare Kadabra dalle carte Pokémon, con la Nintendo che ha evitato di utilizzarlo nelle successive edizioni delle carte collezionabili. Questo periodo di esclusione ha fatto sì che Kadabra fosse assente da diverse espansioni delle carte, creando una lacuna nella collezione per i fan.

Tuttavia, nonostante l'animosità iniziale, la situazione ha subito una svolta inaspettata. La battaglia legale tra Uri Geller e la Nintendo si è conclusa in un nulla di fatto. Geller, forse rendendosi conto della difficoltà nel dimostrare le sue accuse, ha deciso di ritirare le proprie dichiarazioni e si è addirittura scusato pubblicamente per l'accusa di furto d'identità.

Questo gesto di riconciliazione ha posto fine alla controversia e, dopo quasi due decenni di assenza, Kadabra è tornato a far parte delle collezioni di carte Pokémon. La sua reintroduzione è stata accolta con entusiasmo dai fan, che hanno finalmente potuto vedere nuovamente il Pokémon psichico nei mazzi di carte e nelle loro avventure di gioco. Questo episodio rappresenta un interessante capitolo nella storia dei Pokémon, dimostrando come le sfide legali possano influenzare anche il mondo fantastico dei mostriciattoli tascabili.